Fino a che la curiosità, che nasce per l'aver sentito decantare milioni di volte le meraviglie del Trentino, non ti spinge ad andare a vedere cosa custodisce un territorio a pochi passi da casa (almeno per quanto mi riguarda) ma con un'identità così ben definita e differente da quella del resto dell' Italia, tanto da farlo sembrare quasi un altro mondo, forse non puoi capire a pieno le meraviglie che questa terra ha da offrire.
Scettici sulla possibilità di trovare una natura sorprendente sul suolo italiano che a livello artistico e urbanistico sa emozionare gente di tutto il mondo ma che spesso riserva una natura bella, varia ma non spettacolare a tal punto da lasciarti senza fiato, dopo esserci inoltrati anche solo per pochi chilometri nell'area delle Dolomiti, rimaniamo incantati dalla meraviglia che si staglia davanti ai nostri occhi.
26 Luglio 2013
Ma il nostro viaggio comincia con una sosta a Rovereto (TN), dove per spezzare le ore di macchina e riprenderci un po' dopo le code sotto il sole battente delle tre del pomeriggio, in autostrada, su una polo del '97 senza aria condizionata, facciamo una camminata lungo la "Pista dei Dinosauri", un percorso che accompagna il visitatore lungo un geosito che racconta l'evoluzione della crosta terrestre, raccogliendo testimonianze risalenti a un periodo compreso tra i 200 e i 140 milioni di anni fa, e dove sono state scoperte e sono visibili impronte di dinosauri, rimaste impresse nella roccia.
Siamo nel luogo in cui Dante, al suo passaggio, rimase colpito dai Lavini di Marco, la catasta di massi scivolati a valle durante le frane in epoca preistorica e storica e, ispirandosi ad essi, scrisse il XII canto dell' Inferno:
" Qual è quella ruina che nel fianco
di qua da Trento l' Adice percosse,
o per tremoto o per sostegno maco,
che da cima del monte, onde si mosse,
al piano è sì la roccia discoscesa,
ch' alcuna via darebbe a chi sù fosse "
27 luglio 2013
Come primo giorno di questo nostro "viaggio fotografico" è d'obbligo un po' di relax e così ci prenotiamo una notte in un albergo con spa sul Monte Bondone, dove l'indomani, dopo un' abbondante colazione, ci rilassiamo tra idromassaggi, sauna, grotta del sale e bagno turco. Dopo un fast lunch, sempre all'interno della struttura, siamo pronti per cominciare il nostro vero viaggio alla scoperta delle meraviglie del Trentino. Ci dirigiamo verso Trento; facciamo una passeggiata per le vie del centro e raggiungiamo il Duomo, la Cattedrale di San Virgilio. La sua costruzione iniziò nel secondo decennio del 1200 e si protrasse fino ai primi del 1300, e dal 1545 al 1563 ospitò il Concilio di Trento. La piazza del Duomo è bellissima, circondata da edifici storici e impreziosita con la grande e meravigliosa Fontana del Nettuno.
Proprio ieri ha aperto il MUSE, il nuovo museo delle scienze, e per 3 giorni ci saranno eventi 24 ore su 24 mentre il museo rimarrà aperto anche durante la notte: ne parlano come un museo all'avanguardia, in linea con le tendenze più avanzate sia a livello di ricerca, che di modalità espositiva e di didattica. La coda per entrare è pressoché chilometrica e così ci accontentiamo di poter apprezzare la modernissima architettura dall'esterno, promettendoci di ritornare al più presto.
La notte la trascorriamo in un campeggio sul lago di Terlago e la mattina seguente partiamo per le Dolomiti.
28 luglio 2013
Arriviamo in Val Gardena e giunti all'incirca ad Ortisei il paesaggio diventa sorprendentemente meraviglioso: non si può far altro che ammirare le verdi e ordinate montagne da cui sfuggono verso il cielo immense cime rocciose. Sulle punte più alte si intravede ancora la neve. Piccoli paesini con case bianche dai tetti in legno decorano le valli.
Proprio ad Ortisei facciamo sosta per un ottimo pranzo con piatti tipici e poi riprendiamo il nostro viaggio entrando nella meravigliosa Val Pusteria dove ci fermiamo al parco naturale Puez-Odle per un breve trekking .
La vista è sorprendente e inaspettata. Ormai è sera e così ci dirigiamo verso Brunico, dove sostiamo in un tranquillo campeggio per la notte.
29 luglio 2013
L'indomani ripartiamo verso Cortina. Lungo la strada facciamo visita al cimitero di guerra di Sorgenti dove sono sepolti 1259 soldati della Prima Guerra Mondiale.
Ripartiamo attraverso le montagne e per mezzogiorno raggiungiamo Misurina dove pranziamo in un agriturismo che offre ottimo cibo e un'atmosfera davvero particolare: ad accoglierci, nel cortile, galline che camminano tra i tavoli esterni; all'interno una saletta pervasa da un forte odore di formaggi ospita due tavoloni in legno grezzo e un bancone con davanti una grande panca che a stento lascia libero il passaggio; l'atmosfera è intima e il pranzo è reso piacevole dall'incontro di una coppia sulla sessantina, seduta al nostro stesso tavolo, che ci racconta con entusiasmo dei suoi viaggi di gioventù. Assaggiamo un piatto misto di prodotti tipici tra cui salsicce, formaggi freschi, stagionati e alla piastra e un piatto di casunzei ripieni alla barbabietola rossa. Il viaggio riprende in direzione Cortina d'Ampezzo, dove rimaniamo giusto il tempo di un caffè, per poi proseguire verso Alleghe. Attraversiamo il Passo Giau, un altro luogo meraviglioso, dove la realtà supera la fantasia: grandi nuvole bianche stanno per avvolgere le verdi montagne dove pascolano mucche e cavalli, mentre la luce calda del tramonto rende l'atmosfera surreale e sognante.
Dopo una breve passeggiata lungo il sentiero che corre attraverso i pascoli, raggiungiamo per sera il campeggio di Alleghe.
30 luglio 2013
La mattina seguente, dopo una breve passeggiata alla cascata appena fuori dalla graziosa cittadina sul lago Alleghe, raggiungiamo, in poco tempo, la regina delle Dolomiti: la Marmolada.
Con una bidonvia saliamo di circa 600 metri, quasi in vetta, a circa 2.680 metri di altitudine. Il tragitto è un pò lungo, considerando che un guasto al motore elettrico fa fermare la bidonvia per una quindicina di minuti durante la corsa, ma la vista è davvero spettacolare:
le montagne plastiche e vellutate si estendono a perdita d’occhio e le vette rocciose, sporche di neve, toccano il cielo; a valle riposa un lago blu, creato da una grande diga.
Scendiamo a piedi, lungo un percorso un pò scivoloso, e raggiungiamo l'auto per dirigerci a Sottoguda, dove prendiamo una stanza per la notte in un albergo accogliente e dove ci servono un'ottima cena.
31 luglio 2013
La mattina seguente, prima di lasciare il paesino, facciamo una passeggiata nei Serrai di Sottoguda, una gola che si estende per 2 Km fino alla conca di Malga Clapèla, ai piedi della Marmolada.
Ripartiamo poi per lasciare definitivamente le Dolomitie dirigerci verso l' Austria, ma lungo la strada ci appare una meraviglia che ci obbliga a fare sosta: il Lago di Carezza.
Immerso nella cornice montuosa del Latemar e di un bosco di abeti sempreverdi il lago, grazie al suo fondale di chiara roccia dolomitica e lo scarso sviluppo di alghe, custodisce acque chiare e trasparenti che lasciano penetrare la luce fino a 17 metri di profondità.
La superficie dei laghi di montagna può tingersi di verde, blu o nero, ma solo quella del lago di Carezza riflette tutti i colori dell'iride. I Dirlìnger, un leggendario popolo di minatori, narrano a questo proposito la seguente storia.
Nel lago viveva un tempo una bellissima ninfa, che amava sedersi sulle sponde del lago a cantare. Essendo però molto timida, non appena qualcuno si avvicinava alla riva, si rituffava prontamente in acqua. Un giorno passò nei pressi lo stregone di Masarè e udì la ninfa cantare. Innamoratosene perdutamente, tentò invano di rapirla facendo ricorso a tutte le sue arti magiche. La strega Langverga gli diede allora questo consiglio: "Distendi un arcobaleno dal Latemar fino al lago, così stuzzicherai la curiosità dell'ondina e la attirerai fuori dall'acqua. Tu però dovrai trasformarti in un vecchio mercante e raccontarle, in modo apparentemente casuale, che dal tessuto dell'arcobaleno si ottengono preziosissimi gioielli. Quando lei si sarà avvicinata abbastanza, potrai infine catturarla senza difficoltà." Lo stregone seguì il suggerimento, ma dimenticò di travestirsi. Così la ninfa lo riconobbe, e subito si rigettò nel lago scomparendo per sempre alla sua vista. Lo stregone, infuriato, strappò l'arcobaleno dal cielo e lo scagliò in acqua. Ma questo si sciolse spandendo i suoi colori sulla superficie del lago, che da allora i ladini chiamano "lec de erogbando", lago dell'arcobaleno.
Dopo quest'ultima sosta, che ci conferma ancora una volta la spettacolarità di questo territorio, tutto da scoprire e che non smette di sorprendere, ci dirigiamo verso il Passo del Brennero.