E’ capitato più volte di passare qualche settimana nel grazioso paesino di Le Castella, in Calabria: la fortuna di avere parenti che vivono in posti da cartolina va sempre sfruttata. Durante uno di questi soggiorni, che servivano a svuotare la mente e rigenerare corpo e spirito, in cui non potevi far altro che “passare il tempo” (si, perché li è solo quello che puoi fare, ce lo spiegò un anziano signore seduto per strada su una seggiola di plastica bianca, che aspettava solo che venisse sera), ci viene la pazza idea di raggiungere la Sicilia: una fuga in giornata per assaggiare i prodotti della rosticceria tipica, i suoi arancini, sorseggiare una granita, godere dei suoi meravigliosi colori e poi tornare indietro.
Erano le prime giornate di settembre, calde e silenziose; i turisti avevano già cominciato a fare rientro e avremmo quindi scampato le lunghe e noiose code che nel periodo di alta stagione rendono problematici gli imbarchi. E così la mattina seguente, all’alba, siamo già pronti per partire in direzione Villa San Giovanni, il paese sulla punta ovest della Calabria, da dove partono i traghetti per Messina.
Dopo 2 ore e mezza di auto (e due soste caffè) lungo le brulle strade della Calabria, dove i colori caldi della terra diventavano sempre più intensi mano a mano che il sole si alzava nel cielo, raggiungiamo il porto, pronti per l’imbarco.
Per tutte le informazioni sugli orari e i costi dei traghetti in partenza da Villa San Giovanni per raggiungere la Sicilia, clicca qui: traghetti villa san giovanni
Lasciamo il porto a bordo del traghetto, circondati da decine di altre navi di ogni genere, mentre la costa si allontana sempre di più.
Il viaggio è rilassante, il rumore del mare è rilassante, l’idea che tra poco metteremo piede in Sicilia è emozionante.
La Sicilia è la più grande delle isole italiane, dove cultura, tradizione e una natura selvaggia convivono per creare uno scenario unico, degno delle più intriganti storie che fin da bambina sentivo raccontare; il fascino della sua terra è riconosciuto in tutto il monto; durante il suo soggiorno Goethe scrisse:
“L’Italia senza la Sicilia non lascia immagine alcuna nello spirito. Qui è la chiave di ogni cosa.”
Finalmente Messina compare più chiara all’orizzonte, con le sue case che si arrampicano sulla collina e con il suo porto a forma di falce, considerato da sempre la porta della Sicilia.
Scesi dal traghetto, raggiungiamo in poco tempo il centro della città, dove passeggiamo tra meravigliose chiese di epoca normanna ed edifici e monumenti barocchi.
Mentre camminiamo, facciamo sosta nelle varie rosticcerie e assaggiamo le deliziose specialità tipiche; tra le tante, mi sento di nominare la rosticceria dei Fratelli Famulari (vicino all’università), dove si possono assaggiare oltre 30 tipi di arancini diversi, tra cui quello al pistacchio, alle noci o al pesto e gamberetti!
Il nostro viaggio lampo è quasi terminato: nel tardo pomeriggio ritorniamo al porto, dove ci aspetta il traghetto per il rientro.
Di questo salto nella terra siciliana, assolutamente troppo breve, porto con me i colori, quei sapori meravigliosi, i profumi, e la promessa di ritornare.