Lanzarote è amore a prima vista. Quell’impressione di arrivare in un posto nuovo e sentirsi a casa. Lanzarote è affascinante, ricca di scorci inaspettati, una piccola lingua di terra che sa sorprenderti con scenari primordiali, coccolarti col rumore del mare e conquistarti con il suo ritmo che scorre lento.

 

Puerto del Carmen

5-6 Gennaio  2014

Puerto del Carmen è una delle più grandi città dell’isola e principale località turistica. Situata lungo la costa, poco distante da Arrecife, la capitale, è uno dei centri della vita dell’isola: grandi e ampie spiagge chiare, negozi, ristoranti e caffè la rendono una località gradevole e tranquilla, dove rilassarsi e fare lente passeggiate sul lungo mare, sorseggiando uno zumo tropical. La sera del nostro arrivo, il 5 gennaio, per le strade della città vecchia, si festeggia l’arrivo dei Re Magi, con una lunga processione guidata da un gruppo di percussionisti che aprono la strada a tre grandi cammelli che portano in sella i re, che lanciano caramelle e coriandoli ai bambini che dal marciapiede esultano al loro passaggio.

Laguna de Janubio e Los Hervideros

7 Gennaio 2014

Lungo la costa ovest dell’isola una distesa di massi di lava pietrificata si sgretola nell’oceano.

Il mare è violento e da vita ad alte onde schiumose che si distruggono addosso agli scogli. Hervir, significa letteralmente ribollire: e trovarsi davanti allo spettacolo dell’oceano che  prima schizza fino a confondersi con le nuvole quando violento incontra le alte scogliere di lava, e poi si scioglie accarezzando la roccia nera per ritirarsi nel suo infinito movimento perpetuo, ti fa comprendere alla perfezione perché quel luogo possiede quel nome.

Sempre lungo la costa sud-ovest, si incontrano le Saline de Janubio, un luogo di interesse scientifico dove ammirare le saline che si estendono per centinaia di metri tra il promontorio alle loro spalle e l’oceano.

 

Femés e Il Castillo de Las Coloradas

8 Gennaio 2014

La vita a Lanzarote procede lenta…forse mañana. E non è difficile adeguarsi a questo ritmo, svegliarsi la mattina e mangiare un frutto sulla terrazza, mentre il sole ti scalda la pelle, leggendo un libro e sentendo l’odore del mare. Al pomeriggio raggiungiamo Femés, un piccolo paesino in cima ad un’altura, che ha mantenuto il carattere di un tipico villaggio delle isole Canarie e da dove si può godere di una meravigliosa vista che si estende fino al mare, lasciando intravedere la punta meridionale dell’isola.

scegliamo un posto dove goderci il tramonto: raggiungiamo il Castillo de Las Coloradas, una piccola fortificazione costruita nel 1741 per proteggere il porto dell’omonimo paese.

Una lingua di terra scivola tra le onde; il vento soffia forte e il cielo si colora di rosa, poi di viola e poi di nero.

 

Tra Teguise ed Harìa

9 Gennaio 2014

Al centro della zona settentrionale dell’isola si incontra il paesaggio protetto del Tenegüime, un’area di poco più di 420 ettari che si estende nei territori municipali di Teguise e Harìa che ha lo scopo di proteggere il paesaggio tipico del barranco. Grigio, polveroso, quasi infernale, inquietante sotto le nuvole color piombo.

In tarda serata scende un violento acquazzone.

 

El Golfo

 

10 Gennaio 2014

Lungo la costa ovest si incontra uno degli scenari più particolari dell’isola: El Golfo; un cratere vulcanico per metà sommerso dal mare e per metà dalla sabbia nera, dove una laguna verde si ritaglia uno spazio ai piedi della roccia rossa.

Un connubio di colori intensi da apprezzare sotto la luce del sole quando è alto nel cielo, coperto dalle nubi o mentre sta per tramontare.

Un luogo dove perdersi per ore ad ascoltare il rumore della sabbia e a sentire il profumo del mare, in attesa che le stelle sorgano sopra le rocce.

 

Montañas del Fuego

11 Gennaio 2014 

Las Montañas del Fuego sorgono in una vasta zona colpita dalle eruzioni vulcaniche che interessarono Lanzarote tra il 1730 e il 1736 e nel 1824. Questo lungo processo eruttivo (che fu anche uno dei più rilevanti e spettacolari del vulcanismo storico della Terra) cambiò radicalmente la morfologia dell’isola dal momento che circa un quarto di essa rimase sepolto sotto lava e ceneri. Questo paesaggio si estende per un’area di 174 Km quadrati; una parte di quest’area (circa 50 Km quadrati) costituisce il Parco Nazionale del Timanfaya, area in cui sono avvenute le eruzioni più importanti. Qui il paesaggio vulcanico originario è rimasto praticamente inalterato.

Pagando un biglietto d’ingresso si può accedere alla parte più turistica del parco, dove con un autobus si può percorrere la Ruta de Los Volcanes, un percorso di circa 14 Km, perfettamente mimetizzato nell’ambiente, creato nel 1968 sotto la direzione di Cèsar Manrique (la figura artistica più importante di Lanzarote) e Jesùs Soto.

(in foto: esperimenti di geovulcanismo vicino al centro visitatori del parco del Timanfaya: un addetto mette nella buca della sterpaglia, che a contatto con il calore sprigionato dalla terra prende fuoco)

(in foto: il forno naturale utilizzato per cucinare alcune pietanze al ristorante interno al parco: il calore proveniente dall’interno della terra cuoce i cibi.)

Verso le 2 del pomeriggio ci spostiamo verso l’area della Caldera de Montaña Blanca: un’esperienza decisamente migliore per chi ama godersi la natura e conquistare da sé gli emozionanti scorci che ha da offrire. Al centro visitatori ci facciamo consegnare una mappa della zona con i percorsi e per le 15.30, dopo una breve visita alle sale con un’esposizione didattica, siamo già in cammino sul percorso che ci porterà sulla cresta del vulcano, dal diametro di 1200 metri.

La salita è un pò faticosa, ma dalla cima di gode di una meravigliosa vista sul parco del Timanfaya: un’infinità di coni vulcanici s’innalzano dalla pianura; il nero, il rosso e altri colori, che si trasformano con il modificarsi della luce del sole, dipingono il paesaggio che si estende da un lato fino al mare e dall’altro a perdita d’occhio.

Una passeggiata piacevole, di circa 3 ore, che attraversa grandi colate di lava fino ad arrivare sulla cresta del cono, che si può facilmente percorrere ad anello per una vista a 360°.

 

Jardìn de Cactus

12 Gennaio 2014

Se si pensa a Lanzarote non si può non pensare a Cèsar Manrique, uno dei pionieri della pittura astratta spagnola, che dopo un’esperienza di soggiorno che durò 3 anni a New York, tornò è si stabilì definitivamente sulla sua isola natale, dove in quegli anni (seconda metà degli anni ’60) comincia a manifestarsi un sensibile sviluppo turistico. Consapevole della particolare originalità del paesaggio dell’isola, Manrique promuove un ambizioso progetto creativo di intervento sul territorio, con lo scopo di preservare, conservare e valorizzare l’ambiente. In pochissimo tempo, con l’aiuto di collaboratori, realizza una serie di opere che sono oggi principali punti di attrazione turistica dell’isola. Uno di questi è il Jardìn de Cactus.

Il Giardino dei Cactus è un magnifico esempio di architettura integrata al paesaggio: inaugurato nel 1990, il giardino è quasi un luogo magico, dove circa 10.000 piante appartenenti a circa 1.400 specie differenti, convivono per creare un piccolo spazio pieno di fascino, ricavato da una cava di cenere vulcanica abbandonata.

Il Giardino si trova nella località di Guatiza, al centro di un’area agricola caratterizzata da vaste piantagioni di fichi d’india utilizzate per la coltivazione della cocciniglia, un insetto utilizzato per ottenere un colorante rosso per l’industria alimentare e la tintura dei tessuti.

Apprezzare la quiete di questo luogo sotto la luce calda del tramonto è sicuramente una delle esperienze da non perdere a Lanzarote.

 

Casa Museo del Campesino e Monumento alla Fertilità; Cueva de Los Verdes; Jameos del Agua

13 Gennaio 2014

Al centro di Lanzarote, in corrispondenza di un significativo incrocio di strade (la LZ20 e la LZ30) da dove è possibile accedere a qualsiasi punto dell’isola, si trovano il famoso Monumento Fecundidad e la Casa Museo del Campesino, un complesso architettonico, opera di Cèsar Manrique, che si ispira all’architettura tradizionale di Lanzarote, coinvolgendo gli elementi tipologici più caratteristici si ogni zona dell’isola.

Manrique mostrò sempre tanta attenzione all’architettura popolare che considerava simbolo dell’identità dell’isola.

Landmark riconoscibile grazie alla sua forma insolita e al suo colore bianco che lo ritaglia nel cielo azzurro, la scultura Fecundidad, è uno dei simboli dell’isola.

La monumentale scultura dedicata al contadino, è realizzata con antichi serbatoi d’acqua dipinti e saldati tra loro, in un insieme di forme geometriche di grande impatto visivo. In qualsiasi punto dell’isola vogliate andare, è praticamente impossibile non incappare in questo complesso, perfetto per una breve sosta.

Proseguendo verso nord arriviamo fino alla Cueva de Los Verdes: un tunnel sotterraneo di oltre 6 Km, risultato dell’attività eruttiva del vulcano Monte de Corona, che si estende dal cono vulcanico fino al mare.

Dal nostro arrivo, attendiamo una decina di minuti che cominci la visita guidata e scendiamo all’interno del tunnel.

…e al suo interno ha antri meravigliosi, che sembrano fatti da mano maestra, e con punti aspri e difficili che non si possono superare senza l’ausilio di una luce. Alcuni conoscitori dicono che dentro abbia un fiume segreto, che scorre con grande impeto e che in pochi conoscono. Ha anche un’altra uscita, in corrispondenza del mare, dalla quale gli uomini e le donne che si riparano lì, possono uscire e imbarcarsi.

(Descrizione delle Isole Canarie. Leonardo Torriani, 1590)

Già nel XIX secolo la Cueva diventa una tappa obbligatoria per i viaggiatori, eruditi e scienziati europei che visitano le canarie; negli anni sessanta del novecento il cabildo di Lanzarote si propone di adattarla in modo tale da sfruttarla a livello turistico: Jesus Soto collabora in maniera fondamentale a questo progetto, lavorando al percorso e all’illuminazione con uno spettacolare risultato dove l’intervento artistico rispetta l’ambiente naturale.

La Cueva è direttamente collegata ai Jameos del Agua, anche se non è possibile accedervi dall’interno, ma solo raggiungendo l’ingresso dell’originale struttura, distante pochissimi chilometri, in direzione del mare, inaugurata alla fine degli anni sessanta, grazie al contributo di Manrique.

Jameos del Agua è appunto la parte del tunnel vulcanico più vicino alla costa, che deve il suo nome all’esistenza di un lago interno. All’interno della struttura troviamo, perfettamente integrati con l’ambiente naturale, dei punti di ristoro, un auditorium e una piscina artificiale che spicca esuberante dall’armonia di ciò che le sta attorno.

 

Arrecife 

14 Gennaio 2014

Durante la nostra permanenza a Lanzarote non può mancare una visita alla capitale Arrecife: una passeggiata nel tardo pomeriggio sulla strada che costeggia il mare ci conduce al Castello di San Gabriel, costruito nel 1574 per difendere il porto, ora sede del museo archeologico.

Arriviamo fino al Museo di Arte Contemporanea, all’interno del Castello di San Josè, restaurato da Manrique nella seconda metà degli anni ’70, dove visitiamo con calma le sale con interessanti esposizioni permanenti e temporanee.

 

Castillo de Santa Barbara – Teguise e Riscos de Famara

15 Gennaio 2014

La mattina seguente, dopo un caffè a Teguise, alla solita pizzeria El Sabio saliamo fino al Castello di Santa Barbara: da li si apre una spettacolare vista che domina la città di Teguise per arrivare fino al mare.

All’interno del castello è stato allestito anche un piccolo museo della pirateria: forse non troppo entusiasmante, ma l’ingresso è d’obbligo per poter guardare il castello e accedere alla terrazza, da dove si può godere di una vista privilegiata.

Nel pomeriggio arriviamo fino alla punta nord, passando per Las Nives. Facciamo una passeggiata sui Riscos de Famara, uno dei paesaggi più entusiasmanti e spettacolari dell’isola.

Uno strapiombo di 670 metri di altezza, dove il massiccio più alto dell’isola crolla sull’oceano con una spettacolarità tale da togliere il fiato.

 

La Geria

16 Gennaio 2014

La Geria è una parte dell’isola caratterizzata dalla coltivazione di viti, utilizzate per produrre dell’ottimo vino, vanto di Lanzarote. Le viti vengono piantate con una particolare metodologia che prevede lo scavo di una buca circolare all’interno della quale viene posizionata la pianta: questo affinché le sue radici possano oltrepassare il terreno ghiaioso e arrivare a quello fertile. Questi buchi nel terreno vengono accerchiati da dei muretti in pietra di forma semicircolare, che servono per proteggere le piante dal vento. Tutto questo da origine ad un paesaggio singolare, unico nel suo genere, emozionante e coinvolgente.

Passeggiamo lungo i sentieri di sabbia nera che costeggiano le grosse buche, mentre il cielo coperto di pesanti nubi grigie lascia passare di tanto in tanto qualche raggio di sole che accende i lontani vulcani del parco del Timanfaya con colori intensi e brillanti.

Al rientro dalla passeggiata, poco prima che cominci a piovere, entriamo a la Taberna la Cepa ad assaggiare delle tapas con polpo e patate, con un bicchiere di vino rosato.

 

Vulcano El Cuervo e La Fondazione Cèsar Manrique

17 Gennaio 2014

Oggi è una giornata particolarmente piovosa. In mattinata facciamo un’escursione sul vulcano El Cuervo, uno dei primi vulcani a dare inizio ai processi eruttivi del Timanfaya.

Il paesaggio è quasi surreale e la breve passeggiata rivela scorci affascinanti e unici, con la possibilità di scendere fino all’interno del cratere.

Il pomeriggio, viste le condizioni meteo un po’ avverse e il forte vento, lo sfruttiamo per visitare la sede della Fondazione Manrique, un’istituzione culturale che si pone come obiettivo la conservazione, lo studio e la diffusione dell’opera dell’artista e contemporaneamente si adopera per la promozione e il sostegno dell’attività artistica in genere, con particolare attenzione alle arti visive e alla loro integrazione con la natura.

Gli edifici che costituiscono la sede della fondazione sono quelli della casa dell’artista, convertiti da Manrique stesso alla loro nuova funzione di museo e di struttura amministrativa.

La casa fu costruita da Manrique sopra ad una colata lavica delle eruzioni avvenute tra il 1730 e il 1736, a partire dal 1986. L’architettura è ricavata all’interno dell’ambiente naturale, sfruttando 5 bolle vulcaniche di notevoli dimensioni.

La struttura è il simbolo dell’armonica sintesi tra una moderna concezione dello spazio architettonico e la tradizione dell’architettura popolare di Lanzarote, e il dialogo tra l’edificio e l’ambiente naturale.

 

Mirador de Rio

18 Gennaio 2014

Alla mattina esco per una passeggiata a piedi a Puerto del Carmen dove capito al locale italiano Buongusto e finalmente mi concedo un buon caffè. Per pranzo raggiungiamo Arrieta, per replicare una buonissima grigliata di pesce fresco al ristorante Amanecer.

Dopo pranzo raggiungiamo il Mirador de Rio, uno spettacolare edificio innestato nella scogliera di Famara a 475 metri di altitudine, nella zona nord dell’isola, di fronte all’isola della Graciosa.

Dalla caffetteria che si trova all’interno, subito dopo l’ingresso, è possibile ammirare lo straordinario paesaggio da una posizione privilegiata, in uno splendido ambiente con soffitti a volta, ampio e luminoso.

Dell’esecuzione tecnica dell’opera si occuparono l’architetto Eduardo Càceres e l’artista Jesùs Soto, terminando i lavori nel 1973.

Una delle migliori creazione di Cèsar Manrique, in uno dei punti più suggestivi dell’isola.

Prima di rientrare in hotel, facciamo tappa a Teguise per un ultima volta dove facciamo una breve passeggiata per le strade del paese, non prima di esserci fatti offrire un ultimo caffè dal proprietario della pizzeria El Sabio, dove abbiamo fatto sosta quasi ogni giorno.

Le strade sono deserte, e il cielo è coperto da pesanti nuvole.

Ormai è sera, e facciamo rientro in hotel.

 

Lanzarote - Bergamo

19 Gennaio 2014

Ci svegliamo all’alba: l’aereo del rientro ci aspetta.

 

BACKSTAGE