- Silvia
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Il mio Cammino di Santiago: tappe e diario di viaggio - Parte 2 (giorni 10-18)
La seconda parte del mio viaggio lungo il Cammino di Santiago.
La seconda parte del mio viaggio lungo il Cammino di Santiago.
Ci ha risposto così, semplicemente, quando abbiamo chiesto a Mado se le piaceva la sua terra; ha alzato le spalle, come se fosse rassegnata all'evidenza e ha detto semplicemente: "La Corsica? É bellissima".
La tradizione cristiana vuole che nell'anno 813 un eremita di nome Pelagio a Muxia, venisse attirato da alcune strane luci a forma di stella. Interessato dall'insolito fenomeno, scoprì in quel luogo, il Campo di Stelle (dal lat. Campus Stellae – Compostela), una tomba che conteneva tre corpi, uno dei quali aveva la testa mozzata ed una scritta: "Qui giace Jacobus, figlio di Zebedeo e Salomé". Fu ordinata allora la costruzione, in quel posto, di un tempio dove i monaci benedettini nell'893 fissarono la loro residenza. Iniziarono così i primi pellegrinaggi alla tomba dell'apostolo.
Il pellegrinaggio del Cammino di Santiago è per l’UNESCO, Patrimonio dell'Umanità dal 1985.
Quando si racconta “ho fatto il Cammino di Santiago”, chi non lo conosce si limita ad ascoltarti; chi è stato Pellegrino a sua volta, di solito chiede “quale hai fatto? L’hai fatto tutto? Da dove sei partito?” Si perché, in realtà, i percorsi per arrivare a Santiago de Compostela sono tanti: c’è il più famoso Cammino Francese, c’è il Cammino Portoghese, il Cammino Inglese, quello del Nord, il Primitivo, quello del Sud-Est e la Rotta del Mare; quale fare?
Svegliarsi la mattina con la stessa luce che ti accompagnerà fino a “notte inoltrata” ti fa sentire sentire fuori dal mondo, almeno per i primi giorni, e come se potessi fare tutto, sempre e con molta calma. Fatichi a capire che ore sono, il sole non è mai alto, non c’è mai troppa luce (ben lo sanno i fotografi) ma quella che c’è, c’è sempre. Quello che lascia però proprio senza parole, è l’immensità dei paesaggi: che sia un fiordo, una vallata, un lago o una pianura, è sempre a perdita d’occhio.
Perché a maggio abbia deciso di partire per il Cammino di Santiago ancora non l’ho capito neanche io ma una cosa è sicura: è stata l’esperienza più bella della mia vita.
Un territorio affascinante, costituito da centinaia di montagne calcaree che si ergono su di una pianura paludosa coperta da risaie o da torrenti, che ospita dei sistemi di grotte meravigliosi, alcuni dei quali sono visitabili salendo su piccole imbarcazioni a remi. La morfologia di quest'area è simile a quella della Baia di Ha Long, ma senza essere sommersa d'acqua.